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La Trasformazione Digitale dell'Italia e l'Agenda Politica

Negli ultimi giorni ho avuto modo di incontrare, con alcuni colleghi e colleghe, diversi esponenti del mondo politico e istituzionale, che si occupano del tema della Trasformazione digitale e dell’innovazione del Sistema Paese da un punto di vista diverso dal nostro ma complementare e di grande interesse per me e il Gruppo che rappresento. Sto parlando dell’on. Paolo Coppola, che ci ha ricevuto a Palazzo San Macuto nella veste di Presidente della Commissione di Inchiesta sulla Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione; dell’on. Maria Chiara Carrozza, che ci ha visitato a Trento per tenere un FIT Talk sul futuro della Robotica e dell’Intelligenza Artificiale; e della Presidente della Camera Laura Boldrini che abbiamo incontrato a Milano dove si trovava per la sua campagna elettorale. Tutti e tre questi incontri sono stati stimolanti e utili per il confronto che ne è scaturito e per le riflessioni che ne sono seguite, riflessioni che rendiamo pubbliche con l’auspicio che possano svilupparsi e avviare conversazioni con altri soggetti che come noi lavorano a un’Italia più connessa, moderna, capace di sfruttare le tecnologie per realizzare un contesto migliore per tutti coloro che la vivono, ci lavorano, vi avviano e conducono la loro Impresa.

 
Incontro con Laura Boldrini a Milano
FIT Talk con Maria Chiara Carrozza a Trento
 

La Pubblica Amministrazione al centro della Trasformazione Digitale

Riteniamo che le istituzioni e gli enti pubblici possano svolgere un ruolo cruciale nel realizzare la Trasformazione Digitale del sistema Paese, abituando i cittadini a rapportarsi con le istituzioni attraverso strumenti che garantiscano servizio, informazione, trasparenza e apertura. La Pubblica Amministrazione deve semplificare la vita di cittadine e cittadini, facilitando lo scambio di informazioni, evitando di richiedere informazioni di cui è già in possesso, aprendo i suoi dati.

Operativamente, per Dedagroup questo significa:

  • Scommettere senza riserve sull’utilizzo del Cloud quale leva di cambiamento profondo delle modalità di costruzione, organizzazione ed erogazione dei servizi delle PA in ottica fully digital
  • Allineare i processi di acquisto delle PA alla visione strategica contenuta nel Piano Triennale, evolvendo verso un concetto di marketplace nel quale risiede, a nostro avviso, tutta la potenza trasformativa e attuativa di quanto contenuto nel Piano Triennale. Il marketplace dev’essere uno spazio regolato ma aperto, in cui dar libero impulso alla proposta delle migliori soluzioni possibili con cui aiutare le PA a cambiare
  • Aprire, in questo modo, il mercato a una sana e virtuosa competizione, che consenta di mettere a disposizione delle PA tutte le soluzioni di valore che possono aiutarle a digitalizzare il disegno e l’erogazione dei servizi ai cittadini. Occorre costruire delle specifiche tecniche e delle linee guida che non abbiano l’obiettivo di escludere a priori i player ICT. Al tempo stesso occorre garantire – attraverso la definizione stessa delle specifiche tecniche e delle linee guida - la qualità del marketplace andando a escludere le soluzioni che non sono in linea con le logiche trasformative descritte nel Piano Triennale.

Valorizzare il comparto dell’Information Technology italiano

Molto spesso, la discussione pubblica sulle opportunità del Digitale si appiattisce su posizioni che o sposano a priori, senza riserve, tutto ciò che arriva da Oltreoceano come “moderno” ed efficace; oppure ne rifiutano a priori il contenuto di innovazione dal momento che si ritiene incorpori un modello di società che si ritiene “altro” da quello europeo e italiano in particolare. Dedagroup considera i big player mondiali fonte di ispirazione e innegabili “benchmark” per i fruitori di tecnologia e di servizi digitali, che in larga parte passano per le piattaforme globali con cui tutti interagiamo. Tuttavia, riteniamo che l’innovazione vada recepita e governata nell’ottica di promuovere le migliori condizioni per il Sistema Paese, proteggendo e valorizzando le aziende nazionali nell’ottica di condizioni competitive eque e uguali per tutti.

Dal punto di vista pratico, suggeriamo quanto segue.

  • Segnaliamo l’oggettiva incompatibilità fra talune condizioni praticate al  mercato da parte dei soggetti globali, nello specifico, ad esempio, le tariffe giornaliere a cui vengono vinte alcune gare pubbliche, e l’applicazione del diritto nazionale in termini di condizioni e contratti di lavoro e di regolarità  contributiva e fiscale; riteniamo che il meccanismo al ribasso di talune gare sia controproducente in settori, come il nostro, in cui “si vendono” competenze, capacità e skills immateriali, e ci spingiamo a ritenere che al di sotto di talune soglie tariffarie sarebbe opportuno far scattare il meccanismo  dell’autotutela;
  • Auspichiamo la creazione di tavoli di di lavoro aperti al contributo delle imprese: tale evoluzione consentirebbe alle Istituzioni di censire costantemente lo stato dell’arte in tema di evoluzioni tecnologiche e offering ICT, consentendo così l’elaborazione di indirizzi strategici che contengano già nativamente il best in class del mercato.
  • Salutiamo con favore gli incentivi all’adozione di nuove soluzioni digitali connesse al Piano Industria 4.0 e ne suggeriamo l’estensione al di fuori del comparto manufatturiero, in particolare verso il settore artigianale, commerciale, dei servizi e turistico, altrettanto importanti nel definire il profilo imprenditoriale del nostro Paese.
  • Segnaliamo l’iniziativa Co-Innovation Lab - iniziativa congiunta di Dedagroup e Fondazione Bruno Kessler - come best pratice di collaborazione fra il settore pubblico e quello privato finalizzata allo sviluppo di buone pratiche per l’apertura e l’interoperabilità dei dati e dei servizi nella PA. In questo laboratorio si sta costruendo il Digital Hub con cui testare lo sviluppo e la costruzione delle infrastrutture immateriali indirizzate nel Piano Triennale e la realizzazione di Smart App che vadano a risolvere le esigenze delle PA in ambiti critici come quelli della mobilità e dell’energia sostenibile, dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura e della legalità. Il Digital Hub è una iniziativa di Open Innovation che parte da Trento, ma è aperta all’inclusione di nuovi interlocutori pubblici o privati, così come all’ingresso di talenti sempre nuovi e alla replicabilità in altre Regioni italiane. Riteniamo che sia un’ottima strada per continuare a lavorare per essere “l’ambiente di test del sistema operativo del Sistema Paese”, per sviluppare occupazione, per diffondere le competenze digitali e le professioni del futuro.

Sviluppare competenze digitali

In maniera trasversale, la società del futuro che si va costruendo necessiterà sempre di più di competenze digitali e di formare cittadine e cittadini in grado di utilizzare e sviluppare i servizi digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione e dal settore privato. Lo sviluppo di queste competenze passa per interventi diversi per tempi, portata e piano; di seguito portiamo alcuni esempi.

  • Potenziare le lauree professionalizzanti e la capacità del sistema scolastico di indirizzare i giovani diplomati a un percorso universitario, per adeguare la percentuale di laureati alla media dei Paesi industrializzati (e in generale dei Paesi protagonisti del nuovo scenario digitale); in particolare rispetto alle lauree STEAM per studenti di entrambi i generi;
  • Sviluppare le competenze digitali degli addetti del settore Pubblico, attuando veri e propri programmi di change management che accompagnino lo sviluppo dei nuovi servizi digitali; su questo punto la pratica del ri-uso e dei community networks può fornire un valido e fattivo supporto
  • Coinvolgere i corpi  intermedi, Sindacati e Associazioni di categoria, nel processo di trasformazione, stimolando l’adozione e la creazione di nuovi modelli digitali e arginando la tendenza a chiudersi sulla difesa delle posizioni corporativistiche, tratto nazionale che ci pare particolarmente dannoso in questo contesto e momento storico.