Saranno le imprese di
dimensioni minori a sentire
maggiormente l’impatto delle
nuove regole in materia di
fatturazione elettronica verso
la Pubblica Amministrazione:
la “sete” di servizi e soluzioni
di digitalizzazione e di
conoscenze di queste imprese
apre alle banche importanti
spazi per l’allargamento
dell’offerta e il rafforzamento
della relazione con il cliente.
«Gli istituti di credito, e in
particolare le banche del
territorio, possono proporsi
come intermediario
nell’ambito della fatturazione
elettronica, soprattutto verso
le microimprese – afferma
Roberta Svanetti,
Responsabile del Centro di
Competenza Enterprise
Content Management
Dedagroup. Penso,
in primis, a un servizio
per la redazione della fattura
secondo il nuovo
“Tracciato_FatturaPA” e per
l’interazione con il Sistema di
Interscambio per gestire l’invio
della fattura, le notifiche e le
ricevute, e a tutta una serie di
aspetti tecnologici che il
micro imprenditore non
sempre ha né il tempo né
l’infrastruttura necessari per gestire».
Un secondo step riguarda
l’insieme di servizi di
monitoraggio e controllo della
messaggistica e del ciclo di
pagamento della fattura.
«La
banca può seguire, per conto
del cliente, ciò che avviene
dopo l’emissione della fattura in
formato elettronico – prosegue
Roberta Svanetti – Ecco allora
che la banca può offrire un
servizio all inclusive con una
soluzione web based, attraverso
cui inserire la propria fattura,
ma anche con una consulenza
allo sportello, nell’ottica di
offrire un servizio sempre più
completo al cliente. Proprio in
questa direzione stanno
lavorando diverse associazioni
di categoria, grazie ad azioni
mirate di formazione rivolte alle
piccole imprese».
D’altronde, offrendo un servizio
automatizzato per generare e/o
accettare fatture nel formato
“Tracciato_FatturaPA” dalle
imprese clienti, le banche
possono svolgere una funzione
di intermediario autorizzato
anche ai fini della
conservazione elettronica dei
documenti prevista dalla legge.
«Le fatture non vanno solo
inviate nel nuovo formato –
precisa Roberta Svanetti – ma
anche conservate sui flussi
elettronici: la banca può così
andare a offrire un servizio che
risponde anche alle esigenze di
conservazione a norma. Anche
le Pubbliche Amministrazioni
avranno, a loro volta,
intermediari nel settore pubblico
che forniranno servizi a ciascun
ente, con importanti
trasformazioni e integrazioni
degli attuali processi per
rispondere in maniera
completamente digitale alle
nuove direttive».
Sul fronte dell’offerta bancaria,
la situazione è tutt’altro che
definita.
«Ci sono operatori di
matrice bancaria che da tempo
hanno sviluppato servizi in
questa direzione e
l’infrastruttura informatica
necessaria all’adeguamento –
conferma Svanetti – ma c’è
anche un mondo di istituti di
credito che ancora stanno
aggiornando la propria offerta
alla clientela. E per le banche
più piccole, in particolare, è
importante continuare a fornire
servizi su misura al cliente:
pensiamo a microaziende che
emettono verso la PA poche
fatture ogni anno e che
possono solo approfittare di un
contratto di servizio che includa
anche la conservazione
elettronica. Si tratta di mettere a
disposizione delle imprese
clienti un asset, quello della
digitalizzazione dei documenti,
che in precedenza aveva una
valenza esclusiva della banca
gestendo, ad esempio, il flusso
di gestione elettronica dei
contratti, degli incassi e
pagamento, bonifici digitalizzati
e quello delle fatture
elettroniche con la stessa
logica».
Per le imprese si tratta di una
semplificazione e di un
cambiamento culturale:
pensare in digitale è
sicuramente un vantaggio,
anche in ottica di
internazionalizzazione, e l’Italia
è il primo paese europeo a
partire con la fatturazione
elettronica verso la PA. Non
tutte le imprese, però, si stanno
adeguando in modo strategico,
e anche i fornitori di estrazione
molto diversa hanno approcci
non sempre all’altezza.
«Ci
sono importanti opportunità per
i fornitori di servizi – spiega
Svanetti – estendendo la
gestione elettronica delle fatture
anche ad altre tipologie di
documenti, con sistemi più
orientati ai processi. Facendo
riferimento alla recente
variazione nella terminologia, la
conservazione non sarà più
sostitutiva, ma sempre più
elettronica. Vanno ripensati
sistemi, infrastrutture
informatiche per adeguare
hardware e storage ai maggiori
flussi e ai volumi dei documenti
nel rispetto delle nuove regole
tecniche. Ci sono, purtroppo,
anche risposte puramente
“reattive” alle esigenze delle
imprese, che quindi danno una
soluzione per la fatturazione
elettronica ma senza una
visione della digitalizzazione di
processo e delle sue
opportunità. Sta per avviarsi
una fase di forte competitività e
selezione naturale dei fornitori,
dalla quale emergeranno solo
quelli dotati delle capacità,
dell’infrastruttura e della
dimensione adatta a rispondere
alla attuale sfida della
digitalizzazione».
FONTE
AziendaBanca – A.G. Giugno 2014